Dagli ultimi studi pubblicati sulla rivista International Journal of Dermatology, l’acne risulta essere una malattia della civiltà occidentale che colpisce circa il 95% degli adolescenti e circa la metà degli adulti negli Stati Uniti.
I latticini sembrano giocare un ruolo fondamentale in questo disturbo a causa degli ormoni steroidei presenti in concentrazione sufficientemente elevata da influenzare la produzione di sebo da parte delle nostre ghiandole sebacee.
Ma se davvero ci sono ormoni nel latte forse l’acne dovrebbe essere l’ultimo dei nostri pensieri.

 

Dal giornale della società tedesca di dermatologia, risulta che il consumo di latte è un fattore aggravante non solo per l’acne ma anche per malattie croniche come la demenza, il cancro, malattie cardiache, pubertà precoce e malattie autoimmuni.
Ma come è possibile tutto questo?
Il problema non è il latte, ma ciò che abbiamo fatto alle mucche da latte. Attraverso manipolazioni genetiche e dietetiche, oggi siamo in grado di costringere le mucche a produrre latte anche durante la gravidanza. Questo fa si che, nell’ultimo trimestre di gravidanza, i livelli ormonali dell’animale saltano davvero alle stelle e questo purtroppo è ciò che finisce nel latte che beviamo.

 

 

Quali prodotti sembrano contenere più ormoni?
Al primo posto abbiamo il latticello, ma chi beve il latticello? Dopo il latticello il prodotto con la concentrazione di ormoni maggiore è il latte scremato.

Cosa possiamo fare?

Possiamo consumare del latte biologico e incominciare a guardare con più simpatia le bevande a base vegetale come il latte di soia fortificato.

 

 

Quando anche conosceste di persona la mucca che vi da il latte da bere, il consiglio che viene dalla maggior parte degli studiosi è di consumarne in quantità moderate.

Al di la degli ormoni infatti, dobbiamo tenere presente che il latte viene prodotto dalla mucca per far crescere rapidamente il vitello. Contiene dei fattori di crescita cellulare che sono ottimi per far crescere i vitelli e magari anche i bambini, ma sono pessimi per i tumori.