La superficie totale del nostro intestino, considerando ogni piccola ansa, è maggiore di quella di un campo da tennis. Eppure, soltanto un sottile strato di cellule separa il materiale fecale, all’interno del lume intestinale, dal nostro sangue.

Queste cellule per restare vive e in buona salute, hanno bisogno di una sostanza chiamata butirrato, un acido grasso a catena corta prodotto dai nostri batteri intestinali buoni, a partire dalle fibre (prebiotici) che ingeriamo.

Ecco il rapporto di simbiosi di cui parlavamo nel post precedente “La salute viene dall’intestino”: noi nutriamo i batteri buoni del nostro intestino, mangiando fibre, e in cambio ne ricaviamo il butirrato, che garantisce la salute della nostra parete intestinale.

Per comprendere l’importanza di questa simbiosi, basta pensare alla colite da diversione, una complicanza che insorge in seguito a interventi come la colostomia. In questo tipo di interventi una parte del colon e del retto vengono bypassati, in modo che il cibo ingerito, e trasformato in materiale fecale, possa fuoriuscire in un apposito sacchetto, collegato esternamente all’addome.

Di fatto, viene interrotta la simbiosi con i batteri che vivono nelle zone dell’intestino bypassate, poichè le fibre non possono più raggiungerle.

I segmenti dell’intestino che, a causa di questo intervento, non entrano più in contatto con il materiale digerito, e quindi, anche con le fibre, diventano infiammati, possono sanguinare e dare una serie di problemi davvero fastidiosi.

Questa complicanza, purtroppo, insorge nel 100% dei casi, ma l’infiammazione scompare appena si ripristina il normale flusso fecale.

Gli studiosi non erano sicuri che la causa della colite da diversione, fosse realmente dovuta alla carenza di butirrato, finchè non hanno irrigato le parti infiammate dell’intestino con questa sostanza. Bagnando la parete intestinale con questi acidi grassi a catena corta, il problema si è risolto in poche settimane.

I batteri buoni prosperano nel nostro colon finchè noi siamo in salute. Se dovessimo morire, questi microrganismi morirebbero con noi. È quindi un loro interesse evolutivo mantenere il nostro colon perfettamente sano.

Esistono però anche batteri cattivi, che hanno differenti tecniche evolutive. Il batterio del colera, ad esempio, danneggia il nostro colon.

Questo batterio, che causa diarrea, sopravvive contaminando il numero maggiore possibile di individui. Le sue probabilità di sopravvivere saranno tanto maggiori quanto maggiore sarà il numero di persone infettate, e quindi quanto più esplosiva sarà la diarrea che provoca.

Ai batteri del colera non importa se moriamo, perché comunque abbandoneranno il nostro corpo.

Abbiamo trilioni di batteri nel nostro intestino, e il compito di tenerli in equilibrio spetta al nostro sistema immunitario. Il segnale che permette ai batteri buoni di essere riconosciuti come tali dal nostro sistema immunitario è ancora il butirrato. Il butirrato sopprime la reazione infiammatoria avvertendo il sistema immunitario di non attaccare. Quando però questa sostanza scarseggia perché la nostra dieta è carente di fibre, il nostro sistema immunitario è sempre attivato e attacca indistintamente i batteri buoni e cattivi, causando un perenne stato infiammatorio.

Quando invece la nostra dieta è ricca di fibre, il sistema immunitario è abituato a percepire la presenza del butirrato e a riconoscere i batteri buoni. Così, se per qualche motivo, i batteri cattivi prendessero il sopravvento, e distruggessero i buoni, i livelli di butirrato precipiterebbero, il sistema immunitario si attiverebbe e attaccherebbe i batteri cattivi, ripristinando l’equilibrio.

Ecco quindi delle buone ragioni per aumentare l’apporto di fibre nella nostra dieta con cibi naturali, perché quelle contenute negli integratori (Metamucil ecc) non sembrano dare i medesimi effetti.