L’importanza della flora intestinale nella salute umana, è una scoperta relativamente recente. Infatti solo negli ultimi anni siamo entrati in possesso di tecniche che ci consentono di studiare ciò che accade all’interno dell’intestino.

Ci sono voluti 13 anni per ottenere la sequenza del DNA dei primi batteri, oggi, con le moderne tecnologie, gli scienziati impiegano solo 2 ore per fare la medesima operazione.

Nonostante si siano fatti molti progressi in campo scientifico, lo studio dei batteri intestinali risulta essere molto complesso.

Nel nostro corpo infatti, vivono migliaia di miliardi di batteri e la maggior parte di questi, vive nel nostro intestino. Qui ne abbiamo 1000 tipi diversi.

Ciò che ha spinto i ricercatori a studiare il microbiota umano è l’osservazione della natura: tutte le piante e gli animali, sembrano sviluppare dei rapporti simbiontici con i microrganismi, è quindi ragionevole pensare che anche l’essere umano possa fare altrettanto, e trarre benefici dal suo rapporto con i batteri intestinali.

Per molto tempo si è pensato che le uniche 2 funzioni dell’intestino umano fossero accogliere i rifiuti del nostro organismo e assorbire l’acqua.

Oggi sappiamo che l’enorme quantità di batteri che vivono nel suo interno sono promotori della nostra salute.

Possono infatti rafforzare le difese del nostro sistema immunitario, migliorare la digestione e l’assorbimento dei nutrienti, e inibire la crescita dei patogeni.

Il controllo dell’equilibrio della flora intestinale sembra essere molto importante; infatti se sono i microrganismi patogeni a prendere il sopravvento, iniziamo ad avere qualche problema.

Questi patogeni spesso causano gonfiore addominale e possono produrre sostanze cancerogene, proteine putrefattive, tossine, causare infezioni, e compromettere la normale funzionalità intestinale,

Negli ultimi anni, gli studiosi sono stati in grado di comprendere come i singoli alimenti possano interagire con la flora intestinale e causare specifiche malattie.

Ad esempio, il grasso del formaggio presente su un pezzo di pizza, favorisce lo sviluppo dei batteri che producono idrogeno solforato. Questo tipo di batteri è sperimentalmente associato alla colite ( malattia infiammatoria dell’intestino). Le fibre presenti negli alimenti vegetali, al contrario di quello che si potrebbe pensare, riducono l’infiammazione perchè promuovono la crescita dei batteri buoni.

La colina presente nelle uova, nel pollame e nel pesce, così come la carnitina presente nella carne rossa, può essere convertita in trimetilammina e contribuire allo sviluppo di malattie cardiache e forse della steatosi epatica (fegato grasso). L’eccesso di ferro, danneggia la flora microbica, promuovendo l’infiammazione intestinale.

Guardando questi pochi dati, è facile comprendere perchè la maggior parte degli studi, veda una correlazione tra le diete a base vegetale e la buona salute.

Comprendiamo anche perchè il Fondo Mondiale di Ricerca Sul Cancro, nelle sue linee guida, raccomandi di basare la propria alimentazione principalmente su alimenti di origine vegetale, con grande varietà di cereali integrali, legumi, frutta e verdura.

La dieta con il suo impatto sui batteri intestinali, può rappresentare il modo più fisiologico e naturale per risolvere i problemi intestinali e spesso sistemici.

Se avete problemi di salute, per prima cosa chiedetevi com’è sta il vostro intestino, e se pensate che non sia in buona salute, cominciate a cambiare la vostra alimentazione.