Avete mai provato a controllare i vostri livelli di vitamina D ? 

Basta fare un semplice esame del sangue.

Se osserviamo i valori di riferimento, possiamo notare che per non essere in carenza i nostri livelli di vitamina D dovrebbero essere almeno tra i 30 e gli 80 ng/ml .

Sono considerati valori decisamente migliori, quelli tra 81 a 199 ng/ml,  mentre sopra i 200 ng/ml le concentrazioni di vitamina D sono tossiche. 

In pratica se i vostri valori sono sotto i 30 ng/ml, siete in carenza più o meno grave.

Stando a questi parametri,  tra il 50 e il 90% degli adulti e dei bambini sono considerati carenti di vitamina D, e anche la piccola percentuale che non risulta carente, non rientra nei valori considerati ottimali.

Anche le persone che passano molto tempo al sole, difficilmente riescono a raggiungere i valori consigliati. 

 

Uno studio condotto alle Hawaii, su un gruppo di ragazzi con in media 29 ore di esposizione alla luce solare settimanali, ha mostrato la difficoltà a raggiungere i parametri considerati ottimali.

Infatti il 51% del gruppo ha raggiunto appena la sufficienza con 30 ng/ml; tra quelli con i livelli più elevati, mai nessuno è riuscito a superare i 62 ng/ml, e parecchi hanno raggiunto a malapena i 20 ng/ml.

Neppure gli abitanti delle Hawaii, secondo i parametri, hanno sufficienti livelli di vitamina D nel sangue, e secondo la logica corrente, dovrebbero prendere una supplementazione.

 

Ma chi stabilisce i parametri di riferimento per la vitamina D ?

I livelli considerati normali, vengono determinati confrontando gli effetti di vari livelli di vitamina D nel sangue, con alcuni parametri riguardanti la salute delle ossa, come il Paratormone (PTH), l'assorbimento del calcio a livello dell'intestino e la densità ossea.

Una revisione della letteratura scientifica, ha portato gli scienziati a concludere che, i livelli considerati normali (30 ng/ml) sono infondati e richiedono una revisione. 

Recenti studi, hanno dimostrato che livelli di 20 ng/ml di vitamina D sono sufficienti a proteggere il 97,5% della popolazione da problematiche scheletriche come fratture e cadute, e che solo valori sotto i 10 ng/ml sono da considerare carenza. Usare i parametri attuali per valutare i livelli di vitamina D presenti nel sangue, significa trasformare persone perfettamente sane in pazienti, costretti ad assumere un integratore e a fare test di controllo, per il resto della vita.

 

Sappiamo che la vitamina D è un ormone prodotto dal nostro corpo con l'aiuto delle radiazioni luminose. 

Nei cibi è scarsamente presente ad eccezione dell'olio di fegato di merluzzo che ne contiene 210 µg, e di alcuni pesci che vivono nei mari freddi (salmone e aringa) che ne contengono 25 µg.

Negli altri alimenti di origine animale, i valori sono decisamente bassi:  nel burro e nei formaggi molto grassi abbiamo valori, intorno a 0,75 µg, mentre nelle uova e nelle carni valori intorno ai 1,75 µg ( i valori sono riferiti a quantità di alimento pari a 100g).

Il fabbisogno medio dell'adulto è stimato intorno ai 10 -15 µg al giorno.

Come possiamo ottenere la vitamina D di cui abbiamo bisogno? 

Assumendo olio di fegato di merluzzo o semplicemente esponendoci al sole. 

L'eccessiva esposizione solare, è dannosa e sicuramente sconsigliata, ma un'esposizione moderata è indispensabile per la buona salute.

Esponendo l'intero corpo al sole per pochi minuti, tanto da far arrossare leggermente la pelle, produciamo tra i 250 e i 500 µg di vitamina D che viene rilasiata ne sangue nelle 24 ore successive all'esposizione. La vitamina D che produciamo rimane nel sangue circa 3 volte più a lungo di quella che assumiamo con l'integratore. 

I tempi di esposizione dipendono dalla tipologia della pelle e dall'intensità della radiazione ultravioletta. 

Ad esempio, alla latitudine di Boston, una persona di pelle chiara, esponendo il corpo alla luce del sole di mezzogiorno, nel mese di luglio, per 10-12 minuti, otterrà una dose di vitamina D tra i 250 e i 500 µg. 

Per produrre la stessa quantità di vitamina D, un asiatico dalla pelle scura, dovrà triplicare i tempi di esposizione, mentre un africano richiederà 5 volte di più. 

 

Come detto precedentemente in un altro post, gli studi  non indicano che l'integrazione di vitamina D apporti benefici per la salute delle ossa. 

Esistono invece evidenze circa il fatto che l'assunzione di integratori di vitamina D possano essere nocivi.

Secondo alcuni studi, queste sostanze potrebbero aumentare il rischio di malattie cardiache, di sviluppare alcune forme di cancro e calcoli renali. Inoltre è stato riscontrato che livelli di vitamina D sopra i 60 ng/ml sono associati con un aumento di rischio di tumore al pancreas, calcificazione dei vai sanguigni, e morte per ogni causa. 

Il mio consiglio è di controllare i vostri livelli di vitamina D e prima di farvi prescrivere un integratore, considerare quanto detto fino ad ora riguardo ai parametri di riferimento, e vedere se non sia il caso di aumentare semplicemente il tempo che passate all'aperto esponendovi alla luce solare.