Come riescono dei batteri patogeni a infettare la vescica umana senza essere espulsi via con l’urina?

Potrebbe essere dovuto al fatto che si beva troppo poco, o forse che siamo in presenza di una particolare situazione patologica che impedisce il completo svuotamento della vescica, favorendo un ristagno di urina. Resta comunque il fatto che nella maggior parte delle persone sane, il costante flusso di acqua in quelle zone dovrebbe rendere la vita dei batteri parecchio difficile.

In realtà i batteri  che infettano la vie urinarie come E. Coli, sono dotati di estroflessioni che consentono loro di aggrapparsi saldamente alle pareti della vescica, in modo da non venire lavati via.

 

 

Circa 30 anni fa è stato dimostrato che se si mette del succo di mirtillo rosso in una provetta con E. Coli, questi non è più in grado di attaccarsi. Sono stati fatti diversi esperimenti, con succo di arancio, succo d’uva, e succo di mirtillo bianco ottenuto da bacche acerbe, ma nessuno di questi sembra funzionare. Quindi probabilmente questa particolare proprietà che il mirtillo rosso ha nei confronti di E. Coli, è dovuta a uno dei fitonutrienti responsabili del colore rosso del frutto.

 

 

Forse il succo di mirtillo funziona sui batteri contenuti in una provetta, ma come possiamo essere sicuri che i fitonutrienti antiaderenti siano assorbiti dal nostro intestino così da funzionare dentro la vescica?

Studi successivi hanno dimostrato che la capacità adesiva di E. Coli nell’urina di un soggetto che beve succo di mirtillo è molto minore di quella di un soggetto che beve solo acqua.

La capacità adesiva del batterio diminuisce alcune ore dopo l’ingestione del succo, e resta molto bassa per tutta la giornata.

A quanto sembra, il succo di mirtilli rossi dovrebbe essere utile a contrastare le infezioni urinarie nel loro esordio, quando i batteri non sono ancora completamente attaccati alle pareti della vescica, e per lo stesso motivo i mirtilli potrebbero prevenire le infezioni urinarie. Pur non essendo efficaci come gli antibiotici, hanno minori effetti collaterali e riducono la ricorrenza delle infezioni del 35%.

Per questo, è consigliato il consumo di succo di mirtillo rosso nelle donne che soffrono di cistiti ricorrenti.

 

 

Ma che cosa accade quando l’infezione è ad uno stadio avanzato?

Non esiste alcuna prova scientifica che i mirtilli siano utili nel trattamento delle infezioni alle vie urinarie in stadio avanzato, perché i mirtilli impediscono ai batteri di attaccarsi, ma quando essi sono ormai aggrappati non c’è molto da poter fare. Non ci sono dati che dicano che i mirtilli siano più efficaci del semplice effetto placebo.

 

 

La cosa stana da osservare, è che (tranne in casi di donne in gravidanza, bambini, soggetti con problemi renali o con sintomi sistemici, come nausea e vomito, in cui è davvero necessario utilizzare gli antibiotici)  in donne sane le normali infezioni delle vie urinarie sembrano risolversi spontaneamente, senza bisogno di antibiotici.

Alcune di esse, bevendo succo di mirtillo, potrebbero erroneamente pensare che la guarigione sia dovuta al succo, ma in realtà si tratta solo di un placebo. A questo punto i medici stanno cercando di capire come poter usare a loro vantaggio l’effetto placebo.