Quando la margarina uscì per la prima volta sul mercato, sembrò una delle migliori invenzioni del secolo.

Gli scienziati mediante un procedimento chimico chiamato idrogenzione catalitica, erano riusciti a trasformare gli oli vegetali in grassi idrogenati. Questi grassi avevano il vantaggio di essere solidi a temperatura ambiente e quindi di poter essere usati al posto del burro.

Questo prodotto totalmente vegetale piacque molto ai consumatori che pensarono di poter sostituire i grassi animali con qualcosa di più salutare.

In realtà la margarina non era affatto naturale. L’alta temperatura a cui avveniva il processo chimico di idrogenazione catalitica, trasformava i grassi idrogenati in grassi trans, e all’epoca nessuno sospettava che questi composti avrebbero aumentato enormemente il rischio cardiovascolare.

Quando i medici si accorsero di ciò che i grassi idrogenati stavano facendo alla salute delle persone, iniziarono a sconsigliare fortemente questi prodotti. I consumatori si spaventarono e le industrie alimentari, che fino ad allora avevano fatto un largo uso di questi grassi, si trovarono nell’occhio del ciclone.

Così, i grassi idrogenati  vennero rimpiazzati.  Sulle etichette dei prodotti accanto alla rassicurante scritta “senza grassi idrogenati” fece la sua comparsa una nuova scritta: “olio di palma”.

L’olio di palma, comunemente usato nella cucina africana, iniziò ad essere importato per uso industriale, andando così a rimpiazzare i grassi idrogenati.

Nel 2011 sono state importati solo in italia 77.000 tonnellate di olio di palma per uso alimentare.

Quest’olio deriva dalla lavorazione del frutto della palma, e serve per conferire gusto, friabilità e croccantezza agli alimenti. Nella sua forma grezza, contiene vitamina E, carotenoidi e fitosteroli. che però si perdono in gran parte (40%) durante i processi di raffinazione per uso industriale.

L’olio di palma non è un veleno. La sua pericolosità sta nell’elevato contenuto di acidi grassi saturi. Infatti i trigliceridi che lo compongono, sono formati per un 50% da acidi grassi saturi (in prevalenza acido palmitico).

Questi grassi, che si trovano anche negli alimenti di origine animale (latticini, uova, carne), sono usati dal nostro organismo per diverse funzioni: come costituenti della membrana cellulare, per regolare la comunicazione tra l’esterno e l’interno della cellula, come precursori di alcuni ormoni e acidi grassi a catena lunga, e per regolare l’espressione genica e la crescita cellulare.

Specialmente nei primi anni di vita, l’essere umano necessita di questi grassi saturi, tanto che costituiscono il 40 % dei grassi del latte materno.

Ma il fabbisogno giornaliero cambia in base all’età, e un eccessivo consumo di questo tipo di grassi è correlato ad un più alto rischio di sviluppare patologie cardiovascolari, malattie coronariche, infarto e alcune neoplasie (tumore del colon/retto e mammella).

Per questo motivo, si raccomanda che l’assunzione degli acidi grassi saturi non superi il 10% delle calori totali ingerite.

Recenti stime hanno evidenziato che in Italia, un adulto consuma un quantitativo di acidi grassi saturi maggiore dell’11% delle calorie totali. Di questi grassi 4,77g derivano dai prodotti industriali contenenti olio di palma (acido palmitico) mentre 22,44 g derivano da prodotti animali (carne, uova, latticini).

L’Istituto Superiore di Sanità, raccomanda di limitare il consumo complessivo di olio di palma, che essendo ricco di acidi grassi saturi andrebbe ad aggiungersi ai grassi saturi che vengono assunti attraverso i prodotti animali.

Se siete dei consumatori attenti alla vostra salute, dato che le stime rivelano che l’apporto dei grassi saturi è dovuto principalmente ai prodotti animali, oltre che ridurre il consumo di prodotti industriali contenenti olio di palma, dovreste ridurre anche il consumo di latticini, uova e carne.

Se baserete la vostra alimentazione principalmente su prodotti naturali, come cereali integrali, legumi, verdura, frutta e semi oleosi, avrete grandi benefici per la vostra salute, e non dovrete più preoccuparvi di leggere le etichette.