Le malattie muscolari e delle ossa sono le affezioni umane più comuni, possono colpire ad ogni età, anche se diventano più frequenti con l’avanzare degli anni.

Una indagine di governo indica che il 33% degli adulti negli USA, soffre di una malattia infiammatoria alle articolazioni, con gonfiore, dolore e limitazione dei movimenti. Circa la metà delle persone oltre i 65 anni, dichiara di soffrire di artrite. Le regioni del corpo più colpite, sono il collo, la schiena, l’anca e la spalla.

Quando parliamo di artrite, indichiamo un’infiammazione delle giunture e non specifichiamo la causa di questo disturbo. Le articolazioni possono infiammarsi per diversi motivi: a seguito di un trauma (artrite traumatica) o a causa di cristalli di acidi urici che si depositano nel loro interno (artrite gottosa), oppure possono esserci delle infezioni batteriche (artrite suppurativa). In questi 3 casi, le cause dell’infiammazione sono ben note, e una volta eliminate, l’articolazione guarisce.

Purtroppo, per la maggior parte delle forme di artrite, i medici sembrano non conoscere la causa. Per questo motivo, le terapie farmacologiche, pur cercando di migliorare la vita del paziente, non costituiscono una cura risolutiva.

ARTRITE DEGENERATIVA E INFIAMMATORIA

Tra le artriti  di causa sconosciuta, abbiamo l’artrite degenerativa e l’artrite infiammatoria. La prima è nota comunemente con il nome di artrosi ed è molto diffusa nei paesi occidentali.

È stata riscontrata nelle radiografie delle mani del 70% delle persone oltre i 65 anni di età. Questa patologia che dovrebbe essere causata dall’usura delle articolazioni è relativamente rara nei paesi rurali dell’Africa e dell’Asia, dove le persone sono sottoposte a pesanti lavori fisici per sopravvivere. Non si riesce a capire come le mani di persone che si dedicano a lavori leggeri possano essere così deformate, mentre quelle dei vecchi contadini, che caricano pesi ogni giorno non lo siano.

Le forme infiammatorie di artrite, sono l’artrite reumatoide giovanile, l’artrite psoriasica, il Lupus, e la spondilite anchilosante. Queste patologie così aggressive, colpiscono meno del 5% della popolazione degli Stati Uniti.

Le persone colpite da artrite hanno mostrato benefici cambiando la loro dieta. La dieta è in grado di fermare l’infiammazione che colpisce le giunture. Non può purtroppo riparare le deformazioni causate da anni di patologia, per questo in parte il dolore potrebbe rimanere. Per comprendere come la dieta possa aiutare in caso di artrite, vedremo come agisce nelle forme più gravi di questa patologia.

UNA SPERANZA PER CHI SOFFRE DI ARTRITE

L’artrite non è una malattia genetica, e non è una inevitabile conseguenza del diventare più vecchi. La causa principale è da ricercare nell’ambiente in cui viviamo, e in particolare, nel cibo che mangiamo.

Alcuni ricercatori credono che l’artrite reumatoide non esistesse in nessuna parte del mondo prima del 1800 ( Arthritis Rheum 34:248, 1991).

È infatti ben documentato che, in passato, queste forme di artrite erano estremamente rare o non esistevano tra le popolazioni rurali dell’Asia e dell’Africa (Chung Hua Nei Ko Tsa Chih 34:79, 1995; Arthritis Rheum 34:248, 1991).

Prima del 1957, non era mai stato segnalato alcun caso di artrite reumatoide in Africa, dove le persone seguivano una dieta basata su cereali e verdure. Queste malattie sono diventate ora frequenti in quelle persone che hanno abbandonato i loro villaggi per spostarsi nelle grandi città o in altre nazioni. Queste migrazioni hanno fatto si che le persone abbandonassero la loro dieta tradizionale di cereali e verdure per una dieta più ricca di carne, latticini e prodotti raffinati. Ad esempio, sebbene il Lupus fosse sconosciuto in Africa prima del 1960, ora gli afroamericani, sono i più colpiti da questa patologia negli USA (J Am Med Women’s Assoc 1998;53(1):9-12).

I meccanismi attraverso cui una dieta insana può causare l’artrite infiammatoria, sono complessi e anche poco compresi, ma coinvolgono il nostro intestino e sistema immunitario.

INTESTINO E SISTEMA IMMUNITARIO

Il materiale fecale, contenuto all’interno del nostro intestino, è separato dal circolo sanguigno soltanto da un sottile strato di cellule, che costituiscono la parete intestinale. All’interno dell’intestino abbiamo una quantità enorme di antigeni (proteine estranee) provenienti dalla dieta e dall’ambiente microbico. La parete intestinale, agisce come un filtro, permettendo alle molecole più piccole, digerite, di passare verso il torrente sanguigno. Le molecole più grandi infatti hanno il potere di agire come antigeni e innescare una reazione immunitaria nel nostro organismo, per questo motivo il loro accesso al circolo sanguigno è limitato, dalla barriera intestinale.

Alcuni fattori come la presenza di tossine o infezioni, possono causare un cambiamento nella parete intestinale, che inizia a diventare più permeabile. In pratica si formano delle lacune attraverso cui le grandi molecole riescono a passare.  Questa condizione viene indicata come “aumento della permeabilità intestinale”.

I pazienti con artrite infiammatoria, hanno mostrato di avere un’infiammazione del tratto intestinale con un aumento della permeabilità (Baillieres Clin Rheumatol 10: 147, 1996).

L’intestino è associato con una grande quantità di tessuto linfoide. Questo tessuto protegge il corpo dagli antigeni che attraversano la barriera intestinale. Purtroppo una dieta malsana, troppo ricca di grassi, colesterolo e proteine animali, può compromettere la capacità del tessuto linfoide di distruggere gli agenti che attraversano la parete intestinale ed invadono il nostro corpo.

Il digiuno è noto per ridurre questa permeabilità, rendendo il nostro intestino meno “poroso”. Questa potrebbe essere una delle ragioni per cui i pazienti affetti da artrite reumatoide hanno mostrato un grande beneficio dal digiuno  (Scand J Rheumatol 1982; 11 (1): 33-38). Quando i pazienti, dopo il digiuno tornano ad una dieta con prodotti caseari e latte, l’artrite reumatoide ritorna.

In modo particolare, una dieta ricca di latticini e prodotti animali causa un’infiammazione della superficie intestinale e quindi aumenta il passaggio di antigeni in grado di innescare una reazione immunitaria (Br J Rheumatol 33: 638, 1994).

Una dieta a base vegetale (con nessun alimento animale) ha dimostrato di cambiare la flora microbica intestinale dei pazienti affetti da artrite reumatoide, e questo cambiamento ha mostrato apportare degli enormi benefici alla malattia stessa (Br J Rheumatol 36:64, 1997).

Oltre ad essere priva di prodotti animali, la dieta, per apportare il massimo beneficio, deve essere a bassissimo contenuto di grassi. Infatti i grassi, negli esperimenti condotti sugli animali, hanno mostrato avere un’azione tossica sull’intestino, causando delle lesioni e aumentandone la permeabilità (Pediatr Res 33:543, 1993).

Le diete vegetali che non hanno portato alcun beneficio nei pazienti con artrite reumatoide, erano diete ricche di oli vegetali, noti per danneggiare l’integrità della parete intestinale.

Un pericoloso paradosso nel trattamento dell’artrite infiammatoria, è che i farmaci normalmente usati per il trattamento di questa patologia, sono tossici per la parete intestinale. Tutti i farmaci non steroidei usati comunemente come antinfiammatori (Advil, Motrin, Naprosyn ecc.), a parte l’Aspirina e il nabumetone (Relafen), nell’uomo sono associati con un aumento della permeabilità intestinale.

I danni causati da questi farmaci sono reversibili, ma se l’uso dei medicinali è stato prolungato, il ripristino della barriera intestinale può richiedere dei mesi (Baillieres Clin Rheumatol 10:165, 1996).

PROTEINE ESTRANEE NEL NOSTRO CORPO

Attraverso le lacune della barriera intestinale, le proteine del cibo o dei batteri, raggiungono il nostro circolo sanguigno.

Le proteine del cibo, sono riconosciute dal nostro organismo come “agenti estranei”, quindi come qualcosa di pericoloso da cui difendersi, esattamente come le proteine di un virus, di un batterio o di un parassita. Per questo motivo il nostro organismo produce degli anticorpi, contro questi agenti estranei. Nei pazienti affetti da varie forme di artrite infiammatoria, sono stati riscontrati elevati livelli di anticorpi diretti verso i batteri intestinali e verso il cibo (Rheumatol Int 1997;17(1):11-16; Clin Chim Acta 203:153, 1991).

COMPLESSO ANTIGENE-ANTICORPO

Un intestino permeabile, causa la formazione di grandi complessi, formati da anticorpi e proteine estranee (antigeni), nel sangue (Curr Opin Rheumatol 10:58, 1998; Ann Prog Clin Immunol 4:63, 1980). Un corpo sano, rimuove facilmente questi complessi dal sangue, mentre in alcuni soggetti questi rimangono, perché si formano troppo velocemente e/o perché la capacità di eliminazione è alterata. Quando questi complessi raggiungo i vasi sanguigni più piccoli, come i capillari che irrorano i reni, le articolazioni e la pelle, restano intrappolati e causano reazione infiammatoria, come farebbe un frammento di legno conficcato nella pelle.

MIMETISMO MOLECOLARE

Gli anticorpi prodotti dal nostro corpo oltre ad attaccare queste proteine estranee del cibo o dei batteri intestinali, purtroppo attaccano anche delle proteine simili, che però appartengono al nostro organismo. Questo meccanismo è conosciuto come “mimetismo molecolare”. Il corpo attacca se stesso e le malattie che ne derivano sono chiamate “malattie autoimmuni”. L’artrite reumatoide, il Lupus, la spondilite anchilosante, l’artrite psoriasica, e le altre forme di artrite infiammatoria, sono malattie autoimmuni.

Il mimetismo molecolare nell’artrite reumatoide, è stato identificato con il latte di mucca. Un’analisi ha mostrato che i residui aminoacidici 141-157 dell’albuina bovina, sono esattamente identici agli aminoacidi trovati nel collagene umano delle articolazioni (Clin Chim Acta 203:153, 1991). Gli anticorpi che dovrebbero attaccare le proteine di mucca, finiscono con l’attaccare anche quelle della cartilagine, a causa di questa sequenza aminoacidica identica, verso cui sono diretti.

IL SISTEMA DI DIFESA

Una dieta sana permette alle difese del nostro corpo di lavorare al pieno delle loro capacità, rimuovendo dal sangue i complessi antigene-anticorpo, prima che questi possano causare problemi. Gli oli vegetali, anche quelli ricchi di omega 3 e omega 6, sono dei forti soppressori del sistema immunitario. L’attività di sopprimere il sistema immunitario, degli oli come quello di pesce e Enotera, viene spesso usato per ridurre l’infiammazione nei pazienti con artrite. Tuttavia, proprio come accade con i farmaci, questo iniziale beneficio nasconde un effetto collaterale. Infatti sopprimere il sistema immunitario, significa non permettere a quest’ultimo di svolgere la sua funzione, di eliminare le proteine estranee dal nostro corpo.

Negli esperimenti condotti sugli animali, le diete a basso tenore di grassi hanno dimostrato di ritardare lo sviluppo delle patologie autoimmuni simili al Lupus e all’artrite reumatoide (Ann Rheum Dis 48:765, 1989).

Una dieta sana fornisce tutti gli antiossidanti e i fitonutrienti necessari a mantenere le articolazioni forti e a riparare eventuali danni. Le diete occidentali, ricche di prodotti animali, grassi, e prodotti industriali, hanno mostrato essere carenti in fitonutrienti e antiossidanti, capaci di distruggere i radicali liberi che si formano nei tessuti delle articolazioni (J Orthop Res 8:731, 1990).

L’IMPORTANZA DELLA DIETA 

Dal 1979 al 1998 sono stati eseguiti numerosi studi che mostrano come il digiuno e la dieta possano influenzare l’andamento delle artriti e di alcune malattie infiammatorie della pelle. Il risultato degli studi, complessivamente ha mostrato che l’importanza della dieta in queste patologie non può essere sottovalutata. I cibi adeguati possono mantenere la barriera intestinale nelle sue condizioni ottimali e rendere più forte il sistema immunitario.

Questi cibi sono i prodotti amidacei integrali, le verdure e la frutta. Oltre ad essere priva di prodotti animali, la dieta deve anche essere a basso tenore di grassi, evitando quindi sia i grassi animali che gli oli vegetali (anche olio di oliva, girasole, mais, lino ecc).

Quando si cerca di comprendere quale cibo inneschi la malattia, i latticini sembrano essere i primi responsabili, poiché causano le reazioni più severe e comuni. Alcuni studi segnalano i cereali, come il grano e il frumento, che sembrano aggravare i sintomi. La verità è che ogni cibo sembra potenzialmente pericoloso, ma poche persone reagiscono agli alimenti di origine vegetale.

La dieta vegetale consigliata dal Dr. McDougall, a base di cibi integrali ricchi di amido (riso, patate, patate dolci, legumi, cereali integrali) da più di 22 anni, ha dato ottimi risultati nei pazienti affetti da artrite infiammatoria e da altre patologie autoimmuni. I risultati generalmente sono visibili già dopo 1 o 2 settimane di dieta. Se non si registrano cambiamenti nelle prime settimane, è necessario apportare alcune modifiche all’alimentazione, eliminando anche il frumento, e solo in rari casi si deve procedere con una dieta ad eliminazione per individuare il cibo scatenante.

Inoltre, è importante che il paziente sia sempre in contatto con il suo medico curante, per poter ridurre il dosaggio dei farmaci non appena i sintomi inizino a migliorare. Grazie a questa dieta, molti pazienti dopo alcuni mesi (4-6) possono eliminare completamente i medicinali e vivere finalmente la loro vita, senza più alcun dolore.

 

Riferimenti 

Dr. McDougall website